RMR 16 / dicembre 2024
NUMERO 16 / dicembre 2024
MONOGRAFICO
Dancing in the Dark: la danza come espressione dell’oscurità (secoli XIII-XVII); a cura di Isabella Gagliardi e Licia Buttà
In questo numero:
“Dancing in the Dark”: riflessioni preliminari
Coreomania e ballo di san Vito. La dimensione religiosa e l’invenzione moderna delle danze oscure medievali.
I miti di fondazione della danza prevedono sempre la descrizione di un’alterità che inter- viene a sconvolgere un ordine precostituito e presentano legami imprescindibili con la sfera reli- giosa e devozionale associata a forme di malessere per cui si cerca una cura. In questo schema narrativo vanno inseriti anche i cosiddetti coreomaniaci – i pazzi per la danza. Queste figure di viaggiatori, stranieri, pellegrini, popolano le cronache bassomedievali presentando legami con forme di pestilenza. Il concetto di coreomania, però, nel Medioevo non esiste: come il ballo di san Vito, essa è una categoria costruita dagli intellettuali della prima Età moderna. In questo con- tributo vengono storicizzate e de-reificate queste categorie di cui si sono serviti e in parte ancora si servono gli studiosi che si sono accostati a queste tematiche già a partire dalla metà del XIX se- colo proiettando sulle fonti medievali interpretazioni anacronistiche.
Parole chiave: coreomania, ballo di san Vito, Medioevo, Justus Hecker, corea di Sydenham.
Dance foundation myths always involve a description of otherness upsetting a pre- established order. They are inseparably connected to the religious and devotional sphere associated with forms of illness for which a cure was sought. Those affected by so-called choreomania – literally, dancing maniacs – should also be included within this narrative framework. These travellers, foreigners, and pilgrims feature in late medieval chronicles and are linked to forms of pestilence. The concept of choreomania, however, did not exist in the Middle Ages and like St Vitus dance was a category constructed by intellectuals in the early modern period. This article historicises and deconstructs such categories, which schol- ars researching the topic since the mid-nineteenth century have used to project anachronis- tic interpretations onto medieval sources.
Keywords: choremania, St Vitus dance, dancing, Middle Ages, Justus Hecker, Sydenham’s chorea
Paracelso, le malattie invisibili e il ballo di san Vito
Nell’archeologia dell’invenzione ottocentesca del concetto di danzimania (che include il tarantismo), la medicina eterodossa di Paracelso occupa una posizione particolare, considerato il fatto che classifica il fenomeno sotto la rubrica delle malattie invisibili e/o che privano l’essere umano della ragione, un paio di secoli prima che la malattia mentale emerga come paradigma nosologico dominante. Può essere proprio questo anacronismo, di una diagnosi ed eziologia costruite apparentemente prima di disporre di un organico contesto epistemologico di sostegno, a suggerire di dare uno sguardo a quella riflessione, per cercare di chiarirne le implicazioni e le radici, nel contesto della tradizione classica, dell’humus intellettuale e delle pratiche culturali del Rinascimento.
Parole chiave: Paracelso, ballo di San Vito, danzimania, malattie invisibili, Rinascimento.Within the archaeology of the nineteenth-century invention of the concept of dancing mania (including tarantism), Paracelsus’ heterodox medicine occupies a special position given that it classifies the phenomenon under invisible diseases and/or diseases that deprive human beings of reason and does so a couple of centuries before mental illness emerged as the dominant nosological paradigm. It may be precisely this anachronism, of a diagnosis and aetiology apparently constructed before having an organic epistemological context to support it, that prompts us to take a look at that reflection and try to clarify its implications and roots in the context of the classical tradition, intellectual humus and cultural practices of the Renaissance.
Key words: Paracelsus, St Vitus’ dance, dancing mania, invisible diseases, imagination, Renaissance.
«Sub arbore Telline choreas duxisse»: le danze delle streghe per il Maligno
In questo saggio l’Autore si propone di analizzare la satira latina Amphitrioniaden immensa licentia vatum (1535) scritta dall’eterodosso Pietro Speziale da Cittadella e rivolta a Carlo V. Il componimento contiene diversi riferimenti all’iconografia rinascimentale del potere imperiale, in particolare alla mitica figura di Eracle, presente anche in autori che hanno segnato la poesia e la prosa rinascimentale italiana. La satira si colloca nel contesto degli eventi che hanno determinato il riposizionamento dei gruppi filoimperiali nei contesti urbani italiani: dal componimento emergono le aspirazioni individuali di Speziale circa l’universalità dell’imperium carolino, aspirazioni delle quali sembra farsi portavoce in contesto culturale e spirituale ben più ampio e articolato. L’Autore infine approfondisce un aspetto che emerge in coda alla satira, ovvero l’accordo di Speziale con le posizioni di Erasmo e Butzer sull’autorità militare dell’imperatore e la guerra giusta.
Parole chiave: stregoneria diabolica, danze delle streghe, danze diaboliche, danze circolari ad anello, danza celeste, witchcraze italiana.
According to the theories consolidated by theologians-inquisitors between the end of the 15th and early 16th centuries, witches were the followers of a satanic cult that, if not eradicated, would lead to the end of Christianity and the entire world. The maleficae gath- ered on the Witches’ Sabbath to engage in nefarious orgiastic rituals as a homage to their god the Devil. Among other things, the witches danced backwards around the fire before the horned Devil dressed in red and seated with his rod in his hand. The article aims to ex- amine the witches’ dance by reconstructing its genesis that ended with its formalisation as a paradigm. First and foremost the particular elements of the Sabbatical dances are described and analysed. The information acquired is then compared with the Christian conception of dance to show that witches’ movements both reflected and were contrary to angelon choreia and for this reason were condemned.
Keywords: diabolical witchcraft, witch dances, devil dances, circular ring dances, heavenly dance, Italian witchcraze.
Salomè prima di Salomè: sulle tracce della saltatrice da Lucrezia Tornabuoni de’ Medici a Gabriello Chiabrera (1400-1600)
L’autrice esplora la rappresentazione letteraria di Salomè tra Quattro e Seicento attraverso la produzione sacra su Giovanni Battista, lungo un arco temporale che prende come punto di inizio e di fine due opere fondamentali di svolta: i versi della madre di Lorenzo il Magnifico, Lucrezia Tornabuoni de’ Medici, e quelli del drammaturgo e poeta seicentista Gabriello Chiabrera. La danza della figlia di Erodiade, descritta in poche righe dagli evangelisti Marco (6,14-28) e Matteo (14,1-12), si è dilatata nei secoli nella mente degli interpreti, diventando un vero e proprio non-luogo di riflessione religiosa e artistica insieme. Se Salomè è l’ossessione creativa da riprodurre in serie dal Cinquecento fino al simbolismo, la ricerca della saltatrix nei testi e la riflessione sui significati pedagogici a lei alternamente attribuiti si fanno sorprendentemente più nascoste.
Parole chiave: Salomè, Erodiade, Giovanni Battista, danza, Firenze, letteratura di condotta.
The author explores the literary representation of Salome between the 15th and 17th centuries through the sacred production on John the Baptist along a timespan that takes as its start and end two fundamental turning points: the verses of Lorenzo the Magnificent’s mother, Lucrezia Tornabuoni de’ Medici, and those of the 17th-century playwright and poet Gabriello Chiabrera. The dance of Herodias’ daughter, described in a few lines by the evangelists Mark (6,14-28) and Matthew (14,1-12), has expanded over the centuries in the minds of its interpreters, becoming a veritable non-place of religious and artistic reflection at the same time. If Salome is the creative obsession to be serially reproduced from the 16th century to Symbolism, the search for the saltatrix in the texts and the reflection on the pedagogical meanings alternately attributed to her become surprisingly more concealed.
Keywords: Salome, Herodias, John the Baptist, dance, Florence, code of conduct literature.
Note e documenti
DANIELE TRON, Bullinger in Italia: il Sommario de la religion christiana
Rassegne e discussioni
Metodisti in Italia
GIAN PAOLO ROMAGNANI, Metodisti e valdesi: storiografie a confronto
EMANUELA PRINZIVALLI, Una nuova storia dei metodisti italiani
Percorsi storici
A dieci anni dalla scomparsa di Mario Miegge (1932-2014)
MARTA MARGOTTI ,La traiettoria “anomala” di un intellettuale- militante: Mario Miegge (1932-2014)
ANNA MARIA STRUMIA ,«Una pietra d’inciampo per i predatori del tempo». Mario Miegge e Il sogno del re di Babilonia
PIER FRANCESCO CORVINO , Il rischio di “perdere la terra”. Intorno a Vocazione e lavoro di Mario Miegge
Per John Tedeschi (1931-2023)
MARINA CAFFIERO ,Percorsi intrecciati. John Tedeschi e la storia degli ebrei
ADRIANO PROSPERI , Ricordi di John Tedeschi
Recensioni
M. Benedetti, a cura di, Eretiche ed eretici medievali. La «disobbedienza» religiosa nei secoli XII-XV (P. Delcorno);
M.A. Visceglia, Le donne dei papi in età moderna. Un altro sguardo sul nepotismo (1492-1655) (O. Niccoli);
A. Celati,The World of Girolamo Donzellini: A Network of Heterodox Physicians in Sixteenth-Century Venice (F. Favino)
Nelson H. Minnich, a cura di, The Cambridge Companion to the Council of Trent (S. Toppetta); Reformations Compared. Religious Transformations across Early Modern Europe (M. Valente);
Ludovico Antonio Muratori,Contro l’Inquisizione, a cura di M. Al Kalak (V. Lavenia)
Vita della Società
GIUSEPPE PLATONE, Ricordo di Paolo Ricca
GIAN PAOLO ROMAGNANI , Ricordo di Giorgio Rochat
GIAN PAOLO ROMAGNANI, Ricordo di Yves Krumenacker
Relazione del Seggio della Società di Studi Valdesi – Anno 2023-2024